Oggi ci ha scritto Piero Valesio, Socio Benemerito del nostro Circolo e da quattro anni Direttore di Supertennis.
SuperTennis è la finestra che la Federazione Italiana Tennis (FIT) ha spalancato nelle case di tutti gli italiani perché possano affacciarsi, 24 ore al giorno, sullo sport più affascinante del mondo, imparando ad amarlo se non lo conoscevano o alimentando la propria passione se già innamorati
Ecco il saluto che il Direttore Valesio invia a tutti i Soci.
Lo Sporting non è solo un circolo di tennis. E’ un luogo dell’anima. Specie per chi, come me, ne osserva le vicende da lontano. Lo Sporting ha rappresentato pe rme, e tale continua a essere nonostante la distanza fisica, un luogo di respiro nel cuore della mia città natale. Un luogo dove si pratica lo sport più bello del mondo, ovvio; ma anche un luogo dove è sempre stato possibile ritagliarsi uno spazio anche fisico, ove nascondersi al mondo. Non è una caratteristica così frequente a trovarsi nei circoli. Il mio spazio “personale” è sotto gli alberi quasi secolari sul fianco destro della club house, su quella sorta di collinetta che affaccia sul campo 9 e che garantisce ombra e quiete anche nelle giornate più assolate. Gli angoli nascosti del circolo: sono loro a fare dello Sporting un luogo particolare che a ben vedere è un perfetto paradigma della Torino versata al mistero. Un aspetto che nel tempo ha solleticato anche le verve narrativa di giornalisti come me o di romanzieri; o degli uni che vogliono nel tempo cimentarsi con l’arte degli altri. La domanda, mentre si avvicina, per fortuna, il momento della riapertura, è una sola: come può il circolo coniugare questa vocazione ad essere qualcos’altro rispetto a un semplice circolo sportivo, con le esigenze del periodo che verrà? Con in più, sullo sfondo, le ATP Finals di novembre 2021? Mi permetto una considerazione: ci vorrà un grosso e strutturato sforzo di fantasia, creativa e imprenditoriale. Se da un lato lo Sporting deve trattenere non già come una pesante eredità ma come un plus da sfruttare la sua natura di luogo dell’anima (e di tennis: i due aspetti, come si sa, sono strettamente collegati) dall’altra è necessario guardare ai mesi che verranno come a una enorme opportunità per aprire al circolo un futuro. Opportunità non rinviabile anche considerando che Torino sta vivendo la crisi più pesante dell’intero dopoguerra.
Ma permette temi un atto di fiducia: chi meglio di noi che amiamo lo Sporting come e forse più delle nostre case potrà trovare il modo di far che dagli angoli segreti del circolo sorga lo slancio per far rinascere e progredire anche la nostra città?