Rino Cacioppo, giornalista di Gazzetta del Popolo e La Stampa, ricorda il suo arrivo allo Sporting e come sotto la sua spinta la pallavolo visse un periodo d’oro. Cacioppo è stato appena insignito della tessera d’argento per i suoi cinquant’anni di iscrizione al Circolo della Stampa Sporting, di cui è stato anche vicepresidente.
L’ormai prossimo 22 giugno saranno 51 anni che sono a Torino. Arrivai per lavorare alla Gazzetta del Popolo dopo essere stato disoccupato 15 mesi alla chiusura di Telestar, il giornale nel quale lavoravo a Palermo. Ricordo la data perchè coincide con l’assassino della prostituta Martine Beauregard, un delitto che tenne banco sui giornali torinesi per più di due anni e mai risolto. Oggi, con i soci costretti ai domiciliari, consiglio il libro scritto su quell’ormai vecchio delitto dal collega e socio Claudio Giachino. Arrivai nella cronaca della Gazzetta con una bella abbronzatura presa da disoccupato al sole di Mondello. I nuovi colleghi Esto Marenco e Claudio Donat Cattin quasi all’unisono affermarono: “Se non vogliamo farlo scappare” dobbiamo portarlo subito al Circolo della Stampa. Mi presentarono così al capo della redazione Sportiva della Gazzetta del Popolo, Alfredo Toniolo, che guarda caso era anche il presidente del Circolo della Stampa Sporting, e dopo due o tre giorni feci l’esordio in Corso Agnelli per l’espletamento delle pratiche burocratiche con i coniugi Coggiola, allora in segreteria, e così il mare privato della piscina dello Sporting prese il posto della spiaggia di Mondello.
Oltre alla vastità della piscina con il suo trampolino olimpionico, c’era una cosa ancora più accattivante per me che, sino a pochi mesi prima, avevo giocato nella serie B di pallavolo: fu lo scoprire, subito dietro la piscina, un campo di volley dove Montalcini, ogni giorno all’ora di pranzo, organizzava partitelle con soci giovani e meno giovani. Molti nomi mi sfuggono, ma ricordo l’ex pallanuotista Nanni Crescio, l’avvocato Luciano Nizzola, il collega di Stampa Sera Umberto Zanatta, Alberto Nicolello telecronista Rai, Iorio Zolino, papà Bogianchino, i fratelli Mandelli e tanti altri giovani e ragazze. Si iniziava intorno a mezzogiorno appena raggiunto il numero di dodici per dividersi in due squadre. Alla fine di ogni set i perdenti dovevano lasciare il posto ai nuovi arrivati e si continuava per almeno un paio d’ore.
Di anno in anno il numero dei praticanti cresceva ed io che, oltre ad essere stato giocatore ero stato anche allenatore, incominciai a curare e consigliare tecnicamente i più portati per il volley. La maggiore soddisfazione è stata quella di aver fatto passare la piccola delle sorelle Presti, Elena dalle partite miste dello Sporting direttamente alla serie A femminile con il Cus Torino. Alzandosi il livello tecnico, in occasione delle “Olimpiadi” ferragostane il torneo misto di pallavolo ha visto sino a sei squadre partecipanti con il professor Alessandro Busca a fare il grande martello: un bel ricordo, in quanto, insieme alle gare di nuoto, di calcio, ed i tornei di doppio giallo misto, maschile e femminile di tennis, spesso si superava il centinaio di partecipanti.
Nella foto, da sinistra, Rino Cacioppo con Lea pericoli e Nicola Pietrangeli allo Sporting in occasione del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia nel 2011.