Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, che è anche Consigliere del Direttivo del Circolo della Stampa Sporting, ricorda a cento anni dalla nascita la figura di Giovanni Giovannini, che fu fondatore e poi presidente del nostro Circolo.
Il 30 maggio di cent’anni fa nasceva a Bibbiena Giovanni Giovannini, il più noto tra i fondatori del Circolo della Stampa di Torino. Il 1920 fu un anno fertile per il giornalismo: vi nacquero anche Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Ugo Zatterin, Gianni Rodari, Carlo Laurenzi, Gigi Ghirotti, Gabriella Poli, la prima in Italia a diventare capocronista addirittura a La Stampa, che allora si diceva avesse la cronaca migliore. Erano legati dalla stessa passione per quello che chiamavano “il mestiere”, il giornalismo garante di una società libera e informata, del diritto dei cittadini di sapere la verità per capire, giudicare, scegliere.
Giovannini, inviato speciale, mise la stessa passione nel sindacato, l’Associazione Stampa Subalpina, nel creare il Circolo della Stampa e il Centro Gino Pestelli, il primo istituto di studi sul giornalismo nato in Italia. Tra gli ispiratori e fondatori del Centro c’erano Carlo Casalegno, Luigi Firpo, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Passerin d’Entrèves, Valerio Castronovo, Franco Antonicelli. Erano gli stessi che contribuirono a fare del Circolo della Stampa un centro culturale tra i più frequentati di Torino. Per questo Gianni Agnelli, amico di Giovannini, volle contribuire a quell’attività riservandole Palazzo Ceriana-Mayneri, che divenne anche ambìto luogo mondano di feste di Carnevale e cenoni di fine anno.
Sicuramente anche il Circolo giovò al “lancio” di Giovannini, che da vicedirettore de La Stampa ne divenne amministratore delegato, poi fondatore del Gruppo editoriale Fabbri-Bompiani-Sanzogno-Etass Libri, braccio operativo dell’Avvocato nell’acquisto del “Corriere della Sera”, presidente dell’Ansa, presidente della Fieg (Federazione degli Editori di Giornali), fondatore di Media Duemila e profeta delle nuove tecnologie impiegate per l’informazione.
E’ comprensibile che un simile condottiero lasciasse formidabili eredi: con Giorgio Martellini e Giorgio Calcagno, Corso Stati Uniti 27 era diventato un punto di riferimento per chi voleva sentire parlare di musica Massimo Mila, di pensiero politico Norberto Bobbio, di filosofia Nicola Abbagnano; per chi voleva conoscere Alberto Moravia, Umberto Eco, Giovanni Arpino, Alberto Arbasino e altri scrittori che “dovevano” passare di lì per presentare il nuovo libro. E’ anche comprensibile l’orgoglio che chi lavora nell’informazione piemontese sente per il palazzo che chiama “casa dei giornalisti” e dove viene a ricevere la tessera professionale. Sabato 30 maggio pensiamo dunque un momento a Giovannini, alla sua energia positiva, al suo sorridente ottimismo della volontà. Sarà utile a chi fa il suo mestiere e a chi ne fa altri. Incoraggerà a trovare soluzioni ai problemi “di casa” così piccoli e risolvibili in confronto con le difficoltà sanitarie, economiche e sociali che stiamo vivendo.