Giovedì 30 maggio alle ore 18
al Circolo della Stampa Sporting, Corso Agnelli 45 Torino
Presentazione del libro
di Giorgio Vitari
Il vestito nuovo del procuratore
Neos Edizioni
Introduzione del presidente del Circolo della Stampa Sporting Luciano Borghesan
Presente oltre all’autore il giornalista Ettore Boffano
“Il vestito nuovo del procuratore” è un racconto “giudiziario”.
La vicenda è collocata a Torino nel maggio 1983.
Protagonista è il giovane sostituto procuratore Francesco Ròtari, nel momento in cui si occupa di una complessa e delicata indagine relativa a fatti di corruzione di pubblici amministratori ad opera di un faccendiere.
Casualmente viene a sapere della morte di una giovane commessa di un noto negozio di abbigliamento di via Roma: nonostante le apparenze in effetti si tratta di un omicidio che per di più appare collegato all’istruttoria sulle “tangenti”.
Il romanzo segue giorno per giorno il lavoro del magistrato, dei suoi colleghi della storica sede di via Tasso 1 e della polizia giudiziaria per trovare il responsabile del grave delitto e per comprendere se non vi sia un’unica tragica trama dietro alle vicende processuali seguite da Ròtari.
La giustizia deve seguire il suo corso e il magistrato punire i reati che siano stati eventualmente commessi, ma l’ex magistrato ora scrittore cerca di mettere in luce ciò che nei processi rimane inevitabilmente in ombra e cioè le motivazioni degli imputati, la loro visione della vita e della società.
La soluzione arriverà non per sorprendenti colpi di scena o di genio degli investigatori ma, come avviene nella realtà, per l’addensarsi di indizi colti da intercettazioni, da perquisizioni e interrogatori.
Ma c’è davvero una soluzione?
L’autore del “noir” è un magistrato che evidentemente ha fatto riferimento alla propria esperienza professionale e anche a vicende direttamente vissute tuttavia ampiamente rielaborate con la fantasia del romanziere.
Rimangono la precisione sia del racconto giudiziario nei suoi aspetti tecnici, pur riferiti al “vecchio” codice di procedura penale, sia della ricostruzione della Torino della prima metà degli anni ’80, anni di profonda trasformazione sociale e culturale, in cui si affermava l’edonismo reaganiano in luogo dei progetti collettivi del decennio precedente.
Il giallo giudiziario diviene pertanto, sotto traccia, una metafora del cambiamento della città e dell’Italia, con un epilogo inatteso e drammatico che ne segna il punto di non ritorno.
Ingresso libero fino a esaurimento posti